Miopia: cos'è e come curarla

La miopia è un vizio di rifrazione totale per cui i raggi paralleli provenienti dall’infinito formano il loro fuoco davanti alla retina. L’immagine non sarà percepita netta in quanto costituita da un cerchio di diffusione formato dal prolungamento dei raggi che si sono incrociati davanti alla retina.
Distinguiamo una miopia assile, quando il vizio è sostenuto da un anormale lunghezza dell’asse antero-posteriore dell’occhio, ed una miopia d’indice, quando è sostenuto da una maggiore rifrazione del sistema diottrico (es. negli stadi iniziali di cataratta).

I primi sintomi di miopia si notano nell’età scolare, quando i bambini hanno difficoltà alla visione da lontano.

Per la determinazione del vizio si ricorre alla schiascopia ed al metodo soggettivo. Secondo il metodo di Donders la miopia equivale al numero di diottrie della lente più debole che permette la migliore visione da lontano.

Dal punto di vista ottico possiamo distinguere varie forme di miopia:

  1. una forma lieve fino a 3 diottrie
  2. una forma media fino a 8-10 diottrie
  3. una forma elevata oltre le 10 diottrie

Inoltre esiste una classificazione clinica che distingue una miopica congenita, una miopia acquisita semplice ed una miopia degenerativa.
La miopia congenita è già presente alla nascita e viene rilevata nei primi anni di vita. L’acutezza visiva corretta può arrivare a valori normali ma è in genere bassa aggirandosi sui 4-5/10. La miopia congenita è normalmente stazionaria.
La miopia acquisita semplice insorge tipicamente in età scolare, aumenta progressivamente e si arresta quando le dimensioni corporee dell’individuo si sono stabilizzate.

Correzione miopia

Tutte le lenti sono progettate su misura per ogni soggetto.

La miopia degenerativa è un’entità morbosa in quanto si accompagna a gravi alterazioni evolutive del fondo oculare. Essa compare in età precoce ed il suo sviluppo si protrae fino all’età adulta raggiungendo anche le 25-30 D. Le lesioni corioretiniche (cono miopico o stafiloma miopico) si complicano con degenerazioni maculari che limitano notevolmente l’acuità visiva di tali pazienti.

Però, secondo le ultime ricerche, pare che la miopia sia causata da un “defocus” della periferia retinica, causata da un periodo troppo prolungato in ambienti chiusi. Ciò ha anche modificato il criterio di profilassi della miopia, che richiede tuttavia delle precise regole igieniche, soprattutto nelle forme elevate, evitando gli sports violenti, il lavoro a scarsa illuminazione, ecc.

Circa l’eziologia della miopia, in contrasto con le antiche opinioni che ne vedevano la causa nell’eccessivo uso dell’occhio nel lavoro da vicino, si è andato affermando il concetto che essa sia l’espressione di una variante biologica legata a fattori ereditari e razziali dalla quale esula l’influenza di azioni esogene.

Questa si verifica indipendentemente dal genere di lavoro che l’individuo compie e prevalentemente in coincidenza con il periodo della crescita. La diagnosi nei bambini e nei soggetti giovani si deve fare previo trattamento con atropina od “annebbiamento”per non incorrere in errori dovuti all’accomodazione. Si può scambiare per miopia la falsa miopia degli ipermetropi o per ipocorreggere la miopia reale. Dopo la correzione si ricorre di nuovo alla schiascopia per vedere se la lente scelta ha reso l’occhio emmetrope , cioè se la correzione è precisa.

L’adulto che non è stato mai corretto non sopporta la correzione totale, alla quale si dovrà giungere per gradi. A 40 anni circa, essendo notevolmente diminuito il potere accomodativo (presbiopia), il miope ha difficoltà a leggere con gli occhiali con i quali vede bene da lontano, ma ha bisogno per vicino di lenti più leggere (più positive) perché i due difetti sono algebricamente opposti.

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